Arlecchino by Dario Fo

Arlecchino by Dario Fo

autore:Dario Fo
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Guanda
pubblicato: 2019-05-12T16:00:00+00:00


ARLECCHINO Oh... aveva ragione il mio compare Ganassa quando diceva: «Eh, Arlecchino, sia ben chiaro che ogni uomo si fa da sé... Il carattere di ogni uomo si forma nel cervello...» È questione di costanza, è questione di convincersi nella testa: «Arlecchino, sei un fulmine di coraggio, Arlecchino, sei una tempesta, un terremoto!» E poi è anche una questione di portamento, fare una faccia da diavolaccio cattivo, tremenda, una camminata da gradasso! (Mima una camminata da gradasso) Guarda qua, una catapulta, una catapulta umana!! (Arlecchino va a sbattere contro un uomo che entra in scena correndo. È un beccaio che tiene sottobraccio un paniere ricolmo di carne e salami. Nello scontro il paniere cade a terra) Ohi... cosa fai, disgraziato? Vai in giro senza neanche guardare dove metti i piedi...

BECCAIO Perdonami... ma è stato per lo spavento... (indica alle spalle di Arlecchino)

ARLECCHINO Spavento?! Di me?! Tu hai paura di me?... (Gli si avvicina) Tranquillo... vieni qua... (alle spalle di Arlecchino, dalla quinta, si affaccia il leone. Arlecchino non se ne rende conto)

BECCAIO No, per carità!

ARLECCHINO Ma non ti tocco! Non ti tocco! (Il beccaio è terrorizzato) Vieni, non ti mangio mica!

BECCAIO Aiuto! (Fugge uscendo di scena)

ARLECCHINO Ma boia!... (Al pubblico) Ah, funziona, sono tremendo! (Entra un altro uomo, Arlecchino lo chiama) Vieni qui, guardami in faccia, tu! (L’uomo scorge il leone che si erge rampante. Fugge urlando. Arlecchino, esterrefatto, si rivolge al pubblico) Sono troppo tremendo, boia!... Faccio proprio spavento! (Raccoglie il paniere con tutto quello che contiene) Ohé, ecco il premio, il premio per il bravaccio... Il coraggio premia! Adesso mi mangio comodo questa salsiccia! (Si va a sedere sui gradini del praticabile) Il primo che viene a sfrucugliarmi le palle, gli stacco i coglioni con le mie mani... Voglio stare tranquillo. (Estrae dal canestro una salsiccia e se la muove davanti al viso come fosse un serpente) Sembra viva, eh, questa luganega. (Alle spalle di Arlecchino il leone ruggisce. Arlecchino osserva sorpreso la salsiccia) Il lamento della luganega... (senza volgere il capo) Ahhh, Scaracco, Razzullo! Vi ho riconosciuto! Siete ancora voi... Che tormento, boia! Prima mi fate lo scherzo del cane, poi quello dell’asino, adesso quello del leone... Ma siete proprio dei rompicoglioni! Adesso fatemi sentire di nuovo com’è questo ruggito, dài...

LEONE (emette un ruggito sommesso) UOAUHUOAH!

ARLECCHINO (ridendo) E questo sarebbe un ruggito da leone? Questa è una rana con le adenoidi. Guarda... il leone si fa così, ascolta (imita un ruggito): UOAUHUOAH!

LEONE (emette a sua volta un ruggito fragoroso come un boato) UOAHHH!

ARLECCHINO (allocchito) Complimenti! Hai fatto un progresso! (Il leone continua a ruggire. Arlecchino si volta a guardarlo e sobbalza) Oh, che costume meraviglioso... Oh... ma da dove viene? Dove l’avete preso? (Si leva in piedi e lo tasta) Guarda che pelle! Sembra quella di un leone vero. (Gli afferra la coda) La coda! (Gira il capo disgustato) Anche la puzza sembra vera! (Gli sferra un calcio bonario) Adesso, però, Scaracco e Razzullo, via!... (Il leone riprende a ruggire. Arlecchino torna a sedersi sui gradini) Non rompete, perché finché si gioca va bene, ma quando mangio divento una belva se mi toccano.



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